Università di Catania

UNICT- Ai Benedettini un film-documentario su “A fera o luni”

“Cercare di dare valore ad una risorsa”, in questi termini viene spiegato il film-documentario “Il mercato della mia città”, diretto dal regista Francesco di Tommaso. 23 ore di full- immersion all’interno di uno dei luoghi più caratteristici e noti di Catania.

Il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, nella mattina di martedì 4 aprile, ospiterà la presentazione del film-documentario “Il mercato della mia città” del regista Francesco di Tommaso. L’opera si concretizza in “23 ore di immersione nel mercato storico di Catania. Registrazione di fatti, umori, mutamenti. Condivisione di fatica, fame, sete e appagamento. Sublimazione della percezione del concetto di appartenenza”. 

Alla proiezione saranno presenti, oltre che il regista, anche il docente Alessandro De Filippo di Storia e Critica del Cinema e il professore di Antropologia Culturale Alessandro Lutri, che interverranno a seguito della proiezione del film- documentario, che avrà luogo nell’Aula Magna “Santo Mazzarino” alle ore 10:00.

Advertisements

Sfrutta i vantaggi di TEMU destinati agli studenti universitari per ottenere un pacchetto buono di 💰100€. Clicca sul link o cerca ⭐️ apd39549 sull'App Temu!

I temi che vengono proposti nel film sono vari: si va dalla questione inerente la disposizione logistica e la viabilità degli spazi e, passando per temi quali quello della sicurezza, del rispetto delle norme igieniche e delle regole inerenti lo smaltimento dei rifiuti si arriva a confrontarsi con il problema dell’inquinamento acustico e l’ipotesi di rivalutare questo spazio urbano, in virtù delle sue caratteristiche di centralità, storicità e valenza culturale. Al di là delle tematiche di natura “tecnica”, il film- documentario “Il mercato della mia città” è, ancor di più, uno spaccato sulla quotidianità di un aspetto peculiare della città etnea, in cui tradizione siciliana e culture asiatiche, medio- orientali ed africane realizzano giornalmente la “messa in scena” di questa “Babele aperta a tutti, dove l’unica regola è andare avanti, partecipare”.