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UNICT – L’8 marzo donne scendono in piazza, prof.ssa Arcara: “Stop a ogni lavoro per renderlo piĆ¹ visibile”

Il movimento internazionale ā€œNon Una Di Menoā€ si mobilita per uno sciopero che mercoledƬ 8 marzo 2017 avrĆ  luogo in 40 Paesi diversi, uno sciopero globale che sta assumendo connotazioni sociali e politiche inedite.

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Non Una Di Meno ĆØ un movimento nato dalla riflessione sulla violenza sulle donne, violenza fisica, economica e sociale che accomuna lā€™Italia a tutti gli altri Paesi del mondo. Si tratta di un sorprendente percorso cominciato, in Italia, il 26 novembre scorso con una manifestazione che, a Roma, ha visto la partecipazione di oltre duecentomila donne e uomini e culminato poi con unā€™assemblea a Bologna in cui, i primi di febbraio, oltre duemila persone hanno animato diversi tavoli di discussione, nellā€™ambito dei quali la questione della violenza di genere ĆØ stata affrontata da diverse angolazioni: salute sessuale e riproduttiva, diseguaglianze connesse al lavoro retribuito e non retribuito, welfare, educazione, sessismo nei media e nei movimenti. La manifestazione dellā€™8 marzo 2017 sā€™inserisce in questo percorso come tappa importantissima: una protesta della durata di 24 ore colorata di nero e di fucsia e il simbolo della matrioska di Non Una Di Meno in prima linea.

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Ma perchĆ© ĆØ stata scelta questa data che, specialmente negli ultimi decenni, ĆØ stata piĆ¹ spesso occasione di speculazioni commerciali e di celebrazioni formali, che non di mobilitazioni femministe? Ā Il motivo ce lā€™ha spiegato Stefania Arcara, docente di Studi di genere e di Letteratura inglese allā€™UniversitĆ  di Catania e presidente del Centro Studi di Genere GENUS: ā€œLa data dellā€™8 marzo ĆØ stata scelta come giornata di lotta proprio per sottrarla alla strumentalizzazione che ne ha fatto finora la cultura dominante anche in chiave commerciale. Dal momento che il movimento NUDM giĆ  da ottobre 2016 ĆØ molto attivo e sta crescendo sempre di piĆ¹, affrontare questo giorno dellā€™8 marzo ĆØ stata una tappa obbligata e lā€™unica cosa che si poteva fare era riprenderselo. Lā€™8 marzo era divenuto una ricorrenza depoliticizzata di cui oggi le femministe si riapproprianoā€. Pare, quindi, che la Giornata Internazionale della donna tornerĆ  a essere, almeno per questā€™anno, un momento di rinascita e di mobilitazione femminista dopo anni di insignificanza che lā€™aveva trasformata in una ā€œfestaā€ piena di mimose, cioccolatini e auguri.

Il punto fondamentale e forse il piĆ¹ interessante ĆØ, perĆ², che non si tratta solo di uno sciopero simbolico, ma di un momento che vuole portare alla luce qualcosa di piĆ¹ concreto: quel lavoro delle donne, o delle persone che sono collocate nella categoria donna, che oggi ĆØ invisibile nella societĆ . Infatti, spiega la prof.ssa Arcara:Ā ā€œla novitĆ  di questo movimento e di questo nuovo femminismo internazionale ĆØ che ha scelto questa pratica concreta di mobilitazione, lo sciopero: non solo dal lavoro tradizionale (produttivo) ma anche da quello riproduttivo. In questo modo, lā€™obiettivo ĆØ quello di bloccare tutta la macchina produttiva della societĆ  e di sospendere il lavoro delle donne, di solito invisibile, per renderlo visibile. Quindi si sciopera da tutti i tipi di lavoroā€. Oltre allo sciopero dal lavoro remunerato, infatti, ĆØ possibile aderire anche trovando un momento qualsiasi della giornata per partecipare agli eventi della cittĆ , oppure non esercitando, a titolo esemplificativo, una delle tante attivitĆ  domestiche o di cura che non vengono riconosciute nĆ© retribuite alle donne.

La mobilitazione, tuttavia, non si esaurisce con la giornata dellā€™8 marzo. Uno degli obiettivi piĆ¹ importanti di Non Una Di Meno, infatti, ĆØ quello di scrivere un piano femminista anti-violenza che si contrapponga a quello varato dal governo nel 2015,Ā  piano che non riconosce i saperi femministi e che non valorizza il ruolo politico dei Centri antiviolenza, parificati a qualunque altro servizio del privato sociale. ā€œDei piani anti-violenza esistono giĆ  e sono quelli del governo che sono stati fallimentari. Noi, invece, proponiamo un piano anti-violenza femminista fatto dal bassoā€, commenta in proposito Arcara, spiegandoci che la questione piĆ¹ importante della manifestazione ĆØ la violenza intesa non solo come fatto culturale da risolvere solo sul piano della lotta agli stereotipi, ma come qualcosa che ha a che fare con lā€™oppressione materiale ed economica. ā€œLa violenza ĆØ un elemento strutturale e sistemico dellā€™eteropatriarcato, lā€™espressione del rapporto di potere insito nel genere stesso. Eteropatriarcato e capitalismo neoliberista sono intrecciati. Un punto che il movimento argentino ha reso, per la prima volta, esplicito: le donne, non sono solo uccise, sono sfruttate anche economicamente allā€™interno dellā€™intero sistemaā€. La battaglia ĆØ lunga e difficile e, proprio per questo motivo, la giornata dellā€™8 marzo non costituisce un punto di arrivo, ma solo una tappa della mobilitazione che intende proseguire con altre iniziative giĆ  nei prossimi mesi. ā€œA livello nazionale ĆØ giĆ  prevista unā€™assemblea intorno al 25 aprile a Roma. ƈ un movimento cosƬ grande e pieno di fermento che, sicuramente, non si fermerĆ ā€.

Per quanto riguarda piĆ¹ nello specifico la cittĆ  di Catania, la professoressa Arcara si dice fiduciosa. A livello di partecipazione allā€™organizzazione, diverse realtĆ  cittadine hanno dato il loro apporto creando reti di collaborazione. ā€œIl carico dellā€™organizzazione, sin da ottobre 2016, ĆØ stato assunto Ā dalle operatrici del Centro Antiviolenza Thamaia, che hanno invitato tutte le realtĆ  cittadine a riunioni e assemblee. Noi di GENUS abbiamo aderito sin da subito impegnandoci concretamente, anche mettendo a disposizione lā€™Aula Stefania Noce per lā€™assemblea del 2 febbraio. Molte altre realtĆ  hanno aderito a NUDM Catania, collaborando fattivamente, tra cui il gruppo femminista RivoltaPagina, lā€™Associazione Queers, la LILA, Officina Rebelde e il Coordinamento Universitario, oltre a diverse donne e ragazze partecipanti a titolo individuale. Anche a Catania, come a livello nazionale, hanno indetto lo sciopero diverse sigle, come Cobas e Usb. Ultimamente ha indetto lo sciopero anche il comparto scuola, universitĆ  e ricerca della CGIL. Alcune delle realtĆ  cittadine presenti allā€™inizio del percorso organizzativo hanno poi deciso di procedere autonomamente. Nel rispetto assoluto della libertĆ  politica di ciascuna, ci dispiace che queste ultime non abbiano colto lā€™importanza internazionale della mobilitazione, non indicando la necessitĆ  dello sciopero e della partecipazione al Corteo. Ma nel complesso siamo molto contente, perchĆ© la risposta cittadina cā€™ĆØ stata, ed ĆØ stato bello lavorare tutti e tutte insieme in un momento storico di portata globaleā€ ā€“ conclude Arcara.

Presidi, mobilitazioni, flash mob sono previsti per lā€™8 marzo, in moltissime cittĆ  italiane, con una convergenza oraria dei cortei intorno alle ore 18. A Catania, si terrĆ  un presidio davanti al Tribunale dalle 10.00 alle 13.30, mentre lā€™appuntamento con il corteo ĆØ alle 18:30 in piazza Dante, mentre la conclusione ĆØ prevista in Piazza UniversitĆ , con videoproiezioni e letture politiche da Virginia Woolf, Carla Lonzi e Goliarda Sapienza.

Non ci resta che augurare in bocca alla lupa a tutt*!

A proposito dell'autore

Antonietta Bivona

Giornalista pubblicista e direttrice responsabile della testata giornalistica LiveUnict. Dopo un dottorato conseguito presso l'UniversitĆ  degli Studi di Catania, ĆØ ricercatrice in lingua e letteratura francese. Insegna nei corsi di laurea triennale e magistrale del Dipartimento di Studi classici, linguistici e della formazione dell'UniversitĆ  degli Studi di Enna.

šŸ“§ a.bivona@liveunict.com