Universitร  di Catania

DISUM – Aule e corridoi vuoti, il prof. Di Grado: “Com’รจ triste il Monastero, dieci anni fa era diverso”

Aule e corridoi vuoti al Monastero dei Benedettini, cuore del Dipartimento di Scienze Umanistiche. Come si sa, durante la sessione d’esame, i ragazzi tendono a frequentare meno l’universitร . Perรฒ, come ha suggerito il prof. Antonio Di Grado, si tratta di una situazione creatasi di recente. Negli ultimi anni, i corridoi nel Monastero sono sempre piรน desolati. Dallo sfogo del docente di Letteratura italiana รจ nata una riflessione.

“Comโ€™รจ triste il Monasteroโ€ฆ Parlo del Monastero dei Benedettini – scrive su Facebook il prof. Di Gradosede della Facoltร  di Lettere catanese (continuo a chiamarla Facoltร : i dipartimenti non hanno cambiato nulla, fingendo, come al solito, di voler cambiare tutto; e ‘di Lettere’, chรฉ le humanae litterae son cosa piรน nobile e seria delle ‘scienze umanistiche’, intollerabile ossimoro); parlo del nostro sontuoso Monastero desolatamente vuoto”.

“Quando mi vengono a trovare i miei allievi dโ€™un tempo, – continua il docente – mi chiedono sbigottiti: ‘Come mai cosรฌ vuoto, cosโ€™รจ questโ€™atmosfera desolata? Nessuno nei cortili, nei corridoiโ€ฆ’. Non hanno torto. Una decina dโ€™anni fa, il nostro Monastero era un campus: gremito e festoso. E non solo per le tante iniziative che promuovevamo assieme allโ€™allora preside Iachello: Festival dei Miti, feste dellโ€™accoglienza aperte al quartiere, rassegne e spettacoli e incontri aperti alla cittร  (e come borbottavano, i colleghi misoneisti, al cospetto dโ€™un maxi-schermo con la partita o dโ€™un allegro arrusti-e-mangia!). Anche gli studenti promuovevano, senza censure o controlli, iniziative fortunatissime come โ€œIl verso presenteโ€ e altre, per non dire dei tanti forum telematici in cui bastonavano noi docenti, talora ingiustamente e talora con sacrosante ragioni, esercitando comunque un legittimo diritto di critica e di denunzia oggi inesistente (o, che รจ lo stesso, delegato a quelle schematiche e inutili schede di valutazione)”.

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“E ci si scontrava, per caritร : mica era solo festa. – conclude – Con gli studenti e tra noi docenti. Ma soprattutto cโ€™eravamo. Oggi ognuno รจ asserragliato (quando cโ€™รจ) nella propria stanza e nel proprio ‘particulare’, e prevale un unanimismo dettato dallโ€™indifferenza. E gli studenti, nello loro rare apparizioni (e perchรฉ mai dovrebbero apparire?) vengono solo a riscuotere crediti (maledetti crediti! maledetto 3+2! per non dire di un ateneo ridotto a spaccio, a grottesca caricatura di unโ€™azienda). Perciรฒ i corridoi e i cortili del Monastero sono cosรฌ desertiโ€ฆCerto, ci sono le meritorie iniziative di Officine culturali, unico frutto sopravvissuto โ€“ e ben vivo e operoso โ€“ di quellโ€™epoca felice. Ma resta la disaffezione dei docenti e soprattutto degli studenti. E converrebbe parlarne”.