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Le 10 frasi social da non utilizzare all’Università

Ciaone, shippare, followare. Ci sono termini e modi di dire della rete che ci fanno sentire più vicini, più connessi l’un l’altro. Ma ascoltarli all’interno del contesto universitario a volte può essere fastidioso, soprattutto per chi non mastica il “socialese” o prende il proprio corso di laurea seriamente. Alcuni di questi disturbano particolarmente per il loro uso intensivo e fuori luogo. Ve ne abbiamo raccolti dieci con altrettante memes.

1. Andiamo a comandare

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Prima che Rovazzi decidesse di andare a comandare nella hit parade, sui social era più frequente scrivere “uscire a comandare”. Approdando al primo anno di università vi renderete conto che i vostri colleghi più grandi, più impegnati a pensare ad appunti e dispense, si sono fermati al 2011 in fatto di moda. Evitate di descrivere il vostro outfit con entusiasmo con espressioni del tipo “Jeans con i risvoltini, dottor martens ai piedi e si esce a comandare”. Potrebbero odiarvi. E avrebbero più di un motivo per farlo.

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2. Può accompagnare solo

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La leggenda parla di una studentessa che dopo aver risposto a culo a tutte le domande della prof, all’ultima domanda sull’immancabile saggio di approfondimento abbia risposto “Beh prof, con una materia così, il suo saggio sulle tribù boscimani del Kahalari può accompagnare solo”. La leggenda narra di una bocciatura epica.

3. Ma che ne sanno…

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Questa è una delle formule più pericolose. Perché può degenerare in un facile razzismo nei confronti degli studenti degli altri corsi di laurea. Non capita di rado sentire gli studenti di economia esclamare “ma che ne sanno a scienze politiche” o quelli di ingegneria meccanica dire “ma che ne sanno a ingegneria gestionale”. Diciamo che già bastano e avanzano loro, non credete?

4. Buongiornissimo

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Il lunedì mattina è pesante per tutti e no, non siete solo voi a doverlo affrontare immersi tra una valanga di libri. Quindi niente vittimismo travestito da autoironia e mettetevi a studiare!

5. Chi dimentica è complice…Il prof a lezione ha detto che questo paragrafo non ci sarebbe stato nella prova in itinere

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Più letta nei commenti che nei titoli dei post, “chi dimentica è complice” è usata molto spesso in senso ironico. Nel caso in cui vi ritrovaste ad affrontare una prova in itinere dove molte domande riguardano quel famoso capitolo che il prof a lezione aveva detto si saltare, non azzardatevi a balzare sulla sedia e rimproverare in questo modo quelle carogne dei vostri colleghi omertosi. Anche se chi dimentica è complice.

6. Ciaone

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Questa espressione la troverete molto probabilmente dietro ad un hashtag su Instagram. Non abbiate troppa fretta di fotografare e salutare un tanto odiato manuale dopo aver passato l’esame. Potrebbe capitare di doverlo riaprire alla specialistica perché nel frattempo avete dimenticato tutto.

7. La struttura fisica dello studente universitario non è adatta a studiare ma lui beve caffè e studia lo stesso

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Altra formula molto abusata ma che permette di guadagnare tanti like nei post di Facebook. Ok, sappiamo bene quanto voi che la nostra mente non è adatta a studiare e assumere caffè per costringervi a farlo. Proprio per questo vi chiediamo di non scriverlo. Mai più.

8. Shippare prof e assistenti

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Secondo recenti statistiche di cui non esiste fonte, il 7,2% degli universitari soffre della sindrome di Stoccolma che li porta a stimare e lodare anche i prof più terribili. Ma presentarsi all’esame e dichiarare di shippare la prof e quel giovane assistente tanto affascinante non vi agevolerà affatto. E pregate che come tutti i comuni mortali non abbiano afferrato cosa abbiate detto.


9. Quando sono le 9 e alle 9.01 ci sono già 256 persone in fila in segreteria

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Sì, sicuramente ci siete passati anche voi. E se non ci siete ancora passati, sappiate che ogni minuto di ritardo vi toglierà dai 6 mesi ai 2 anni di vita per via dell’ansia. Ah già che ci siamo inseriamo un tormentone all’interno degli altri tormentoni: le immagini prese dagli stock di foto a pagamento.

10. Studio pazzo e disperatissimo

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“No, non posso andare al cinema, in discoteca, alla sagra delle pesche e dei ficodindia, al raduno italiano del pastafarianesimo e al battesimo di tuo nipote Pancrazio perché sono in un periodo di studio pazzo e disperatissimo”. E poi vi vedono prendere 30, lode, bacio accademico, nomination agli oscar e beatificazione. O la proposta di fare l’assessore al bilancio di Roma per meriti accademici.