Medicina e Benessere

Il “test di Kurashiki”: ecco le singolari prove per diventare chirurgo in Giappone

Sushi, origami in miniatura e ricomposizioni di coleotteri: questa la nuova frontiera delle cose che gli aspiranti chirurghi devono saper fare.

giappone

In Giappone, il Kurashiki Central Hospital della prefettura di Okayama ha introdotto dei metodi bizzarri e senza dubbio ingegnosi, per reclutare giovani aspiranti chirurghi. Le prove da sostenere sono tre e apparentemente sembrano non avere nulla a che fare con la chirurgia. Quello che si vuole testare in realtà è la precisione, la concentrazione e il sangue freddo dei giovani medici. Una delle prove prevede la realizzazione di mini origami con l’ausilio dei soli strumenti chirurgici a disposizione. In una delle altre è richiesto di assembrare un mini sushi composto da un solo chicco di riso. Un’altra prova prevede invece la ricomposizione di un coleottero sezionato.

Gli aspiranti chirurghi desiderosi di svolgere un tirocinio al Kurashiki, devono pertanto avere in dote precisione, scrupolosità, nervi saldi e capacità di resa anche in situazioni particolarmente stressanti. Altra qualità richiesta è la velocità: i giovani medici infatti avranno a disposizione per ogni prova un tempo di quindici minuti. Quello che sostiene il dottor Toshio Fukuoka, responsabile delle risorse umane del Kurashiki, è che la pecca delle scuole di medicina è quella di puntare troppo sulla teoria tralasciando spesso la manualità che necessità la pratica. «Ogni giorno i medici si trovano di fronte a sfide difficili», spiega Fukuoka, «Vogliamo perciò valutare la capacità degli studenti di medicina di saper mantenere la calma e dare giudizi corretti anche in queste circostanze».

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A proposito dell'autore

Simona Lorenzano

Cresciuta ad Agrigento, terra in cui ha respirato la grecità a pieni polmoni, consegue la maturità presso il Liceo Classico Empedocle. La passione per la salute e il benessere la spingono a laurearsi in Infermieristica a Catania. Scrive su Live UniCT sin dal primo anno di università e continua a coltivare il suo amore per la scrittura, la musica e le discipline umanistiche. Per citare Plinio il Vecchio: “Non lasciar passare neanche un giorno senza scrivere una riga”.