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UNIVERSITÀ – Più studenti si laureano prima rispetto agli anni precedenti

I dati Almalaurea in riferimento al 2014 ci permettono di tirare le somme su moltissimi aspetti della vita nei nostri atenei, tra i quali spicca la “riuscita negli studi”. Cosa è cambiato dalla riforma universitaria di 12 anni fa ad oggi? 

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Ci laureiamo prima e siamo più regolari. Rispetto ai laureati del 2002, quindi l’ultimo anno prima della riforma, i laureati del 2014 si laureano, in media, a 26,5 anni, contro i 27,9 dei predecessori. Il dato diventa ancora più importante se si pensa che quasi tutti i percorsi didattici si sono allungati, passando dai canonici 4 della maggior parte delle facoltà al famigerato sistema del 3+2.

Dal 2004 sono apparsi nelle nostre università i laureati con meno di 23 anni, sia in corsi a ciclo unico che magistrali biennali; si tratta, ad oggi, di un sesto dei laureati totali, ragazzi che abbinano le fortune anagrafiche al laurearsi quasi prima della fine del percorso canonico.

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Se prima la percentuale di laureati che superavano la soglia dei 27 anni era del 47% , oggi parliamo solo del 27%, un calo non certo solo fisiologico, sicuramente attribuibile anche alla riforma universitaria. Ma davvero è solo questo il merito? Secondo i dati sarebbero anche altri i fattori che hanno contribuito al miglioramento del sistema, senza però dimenticarci che in questi dodici anni il mondo del lavoro è diventato una chimera ben peggiore di quello che era nei primi anni duemila.

Uno degli elementi cardine analizzati è il background socio-culturale di provenienza, rivelatosi cardine di un percorso di studi più motivato e cosciente. Avere genitori con un elevato livello culturale, preferibilmente di livello accademico, assicura la conclusione del percorso di studi (spesso in tempo) alla maggior parte degli iscritti ai corsi triennali e magistrali a ciclo unico; per gli iscritti ai corsi magistrali biennali, invece, sembrerebbe che l’elemento scriminante sia lo stato economico del nucleo familiare.

Altri dati che paiono essere in relazione con i risultati accademici sono la scuola di provenienza e il voto con cui si consegue il diploma superiore: il diploma liceale (classico e scientifico su tutti) e un voto superiore al 90 sembrano accomunare studenti con migliori risultati. Anche le motivazioni culturali, le attività di tirocinio e studio all’estero, così come, in senso opposto, il lavorare durante gli studi, influiscono, seppur in maniera meno incisiva.