«Mi sono dato per perdente già da ieri. Ѐ una bella tattica per restare tranquillo. Un esercizio zen. Tutto quello che viene è in più». Sono state queste le dichiarazioni di Walter Siti, dopo aver appreso di essere il vincitore del Premio Strega 2013.
Il concorso, fondato nel 1947 da Maria Bellonci e Guido Alberti, premia ogni anno un autore italiano, la cui candidatura deve essere sostenuta da due tra gli appartenenti alla commissione, denominata “Gli Amici della Domenica”. Ventisei i candidati dell’edizione 2013 che sono stati sottoposti a diverse selezioni affinché si riuscisse a decretare il vincitore. Il Premio Strega conta tra i vincitori tantissimi autori di spicco del passato, come Cesare Pavese, Alberto Moravia, Vincenzo Consolo ma anche scrittori che si sono affermati negli ultimi anni, quali Margaret Mazzantini e Paolo Giordano. Non è dunque leggera l’eredità da raccogliere per Walter Siti, che ha ottenuto oltre 160 voti su 412 votanti per la pubblicazione di “Resistere non serve a niente”, curata dalla casa editrice Rizzoli. Protagonista del romanzo è Tommaso, un ex ragazzo obeso, che è diventato esperto del mondo della finanza. La sua esistenza è circondata da delinquenti, malavitosi, banchieri, politici corrotti: è la descrizione della già nota “zona grigia” tra finanza e criminalità. Attraverso la narrazione delle storie di altri personaggi, come una scrittrice, un tranquillo criminale e un mafioso, Siti descrive un mondo in cui vige la logica del denaro, della violenza e in cui i confini tra bene e male si fanno meno netti.
Il vincitore è stato seguito nella classifica da Alessandro Perissinotto con “Le colpe dei padri”, Paolo di Paolo con “Mandami tanta vita”, Romana Petri con “Figli dello stesso padre” e infine Simona Sparaco con “Nessuno sa di noi”.
Il concorso già alla sua apertura aveva visto nascere notevoli polemiche per la curiosa candidatura di Totò Cuffaro, ex presidente della Sicilia condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. E anche nella sua conclusione non sono state assenti le polemiche di chi sostiene che sia sempre più difficile per le piccole case editrici concorrere con le grandi e che le donne vengano penalizzate: «Questo non è un premio per donne né giovani né vecchie. È dura, fate il calcolo: considerate il numero degli Strega e vedrete quante donne hanno vinto. È anche un premio dove non si cambia quasi mai l’editore vincente» – così si è espressa Romana Petri.