Università di Catania

Caos e-mail, arriva la replica Unict: “E’ stata una ragazzata, l’ateneo si ritiene estraneo”

Non si è fatta attendere la risposta da parte dell’Ateneo catanese riguardo il presunto abuso dei server dell’università, con conseguente invio di mass mail agli oltre 60.000 studenti iscritti

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Dopo un imminente rifiuto del Rettore nel rispondere alle accuse rivolte da parte del Movimento Studentesco Catanese (in altre occasioni si era già avvalso della facoltà di non rispondere, ndr), stamane è arrivata la risposta tramite un comunicato stampa rilasciato dall’ateneo per mezzo di Mariano Campo e firmato direttamente dal Magnifico Rettore Antonino Recca. Ecco il comunicato (scaricabile negli allegati anche in formato pdf):

 

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA

Ufficio Stampa

COMUNICATO STAMPA

 

Dichiarazione del rettore Antonino Recca sul caso delle e-mail elettorali

La situazione, sul piano internazionale e su quello nazionale, del Paese e della Regione Siciliana è

attualmente caratterizzata da gravissima crisi. Basti ricordare, per quanto concerne la Sicilia, che dei

circa due miliardi di euro necessari per pagare gli stipendi dei dipendenti regionali da qui alla fine

dell’anno, la Regione ne ha circa la metà.

Tale stato di crisi, in particolare quello regionale, si ripercuote pesantemente sulle università siciliane, e

quindi anche su quella di Catania.

Pur tra mille difficoltà, e con enormi sforzi, questo Ateneo è entrato quest’anno nella prestigiosa

graduatoria internazionale (QS) delle università di tutto il mondo.

Vi è entrato dal basso, insieme ad altri ventuno atenei sugli oltre ottanta che il Paese conta. Malgrado la

soddisfazione per questo successo, fare università in Sicilia è tuttavia sempre più difficile: la situazione

economica e le riforme normative di recente intervenute non ci consentono alcuna forma di risorse, non

ci consentono di avviare progetti di ricerca anche se “coperti” con finanziamenti europei. Abbiamo

chiesto aiuto alla Regione affinché l’ente territoriale intervenisse attraverso anticipazione dei fondi

necessari, evitando così la dispersione delle risorse finanziarie provenienti dall’Europa. Ma la porta della

Regione è rimasta chiusa.

Abbiamo fatto e facciamo ogni sforzo per predisporre un’offerta formativa tale da consentirci di attrarre

studenti stranieri, con particolare attenzione ai Paesi del bacino del Mediterraneo, ma i nostri sforzi non

bastano se l’Ateneo non è adeguatamente accompagnato da altrettanto efficaci soluzioni logistiche

finalizzate all’azione formativa; servirebbero mense e alloggi per gli studenti, ma gli Ersu, in particolare

quello di Palermo, hanno già denunciato la scarsezza di risorse per garantire tali necessari servizi.

Servirebbe anche un adeguato sistema di trasporti, ma il territorio non dispone neanche delle risorse

necessarie per assicurare i mezzi di trasporto per gli studenti della scuola dell’obbligo e fino alla

conclusione del percorso formativo nelle scuole secondarie di secondo grado. E men che meno dispone

delle risorse necessarie per i mezzi di trasporto degli studenti universitari.

In questo contesto, per far fronte alle mille difficoltà e pertanto per provare seriamente a superare i

problemi, è necessario che tutti noi, cittadini e soggetti istituzionali, ci si impegni, tutti insieme, a dar vita

a un dialogo assolutamente costruttivo, e ciò anche in un momento elettorale (ricordo che, oltre alle

elezioni regionali del 28 ottobre 2012, in Ateneo si voterà l’11 e il 12 ottobre per le elezioni

studentesche).

Affinché il dibattito sia sì serrato, ma altrettanto sereno, costruttivo, propositivo, utile, mi rendo

perfettamente conto che l’esempio che proviene dai vertici non procede sempre in questa direzione.

Sono stato invitato ad assistere al primo confronto televisivo tra i maggiori candidati alla Presidenza

della Regione Siciliana organizzato dall’emittente Antenna Sicilia. Ebbene, la maggior parte degli

interventi è stata sprecata nel tentativo di acquisire consensi elettorali attaccando gli altri candidati. Al

contrario, occorrerebbe sempre più parlare di programmi, di cose concrete da fare. Che siano praticabili.

Che non siano “ libro dei sogni”, perché il prossimo futuro – lo dicono tutti gli analisti – non sembra

essere affatto migliore del presente. E ciò è ancora più vero se semplicemente si considera che, visti i

sondaggi, nessuno degli attuali candidati alla presidenza regionale disporrà di una propria maggioranza

autosufficiente in Assemblea.

Piuttosto che cercare il consenso “demonizzando” gli avversari, anche con trovate scandalistiche, vere o

strumentali che siano, dobbiamo impegnarci tutti a costruire insieme un futuro migliore, per noi stessi e

ancora di più per le generazioni che verranno.

In questo contesto di accesa polemica viene a inquadrarsi anche la recente vicenda delle mail inviate a

scopo di propaganda elettorale utilizzando indirizzi istituzionali dell’Ateneo. Per tale atto, già accertato,

l’Amministrazione sta procedendo per i necessari adempimenti consequenziali.

Personalmente, mi rammarico con la comunità universitaria e con quella territoriale. Una ragazzata, che

si inserisce nel solco della ricerca spasmodica di individuare mezzi di comunicazione per far giungere il

proprio messaggio elettorale alla più vasta platea di elettori, effettuata a sostegno di una candidata da

loro benvoluta, che ha dato il via a una smisurata enfasi mediatica caratterizzata da un’ostilità cavalcata

da alcune parti politiche.

Per lo meno, a parziale consolazione per tutta la comunità, in questa occasione non sono stati sprecati

denari. Forse, non sarebbe il caso che da parte di tutti si facesse di più per diminuire le spese elettorali,

riducendo anche per tale via lo stress di competizione “a ogni costo”? Non sarebbe il caso che tali

risparmi fossero più proficuamente investiti per rimpinguare una spesa solidale che va sempre più

assottigliandosi?

Torno a dirlo: sia nel Paese, sia in Regione, sia nell’Università, per superare la gravissima situazione in

cui ci troviamo, occorre lavorare tutti insieme, fondendo le migliori energie per ritrovare la via della

crescita e del progresso.

 

Antonino Recca

Rettore dell’Università di Catania

 

L’Ufficio stampa

Mariano Campo

(tessera Odg Sicilia n. 078581)

 

E se il Rettore ha impiegato poco meno di 48h per rispondere, la successiva replica delMovimento Studentesco Catanese è arrivata ancor più repentinamente. Infatti, dopo aver appreso del comunicato citato sopra, l’MSC si è riunito in assemblea presso la facoltà di Scienze matematiche per far quadrare la situazione. In particolare, si legge sul web, gli studenti riuniti in assemblea richiedono:

 

 

    1. Che l’Università di Catania, confermato l’uso – si spera – non autorizzato dei dati privati degli studenti e del personale dell’Ateneo per l’invio della propaganda elettorale, presenti immediata denuncia alle autorità competenti.

 

    1. Che si avvii un’indagine interna all’Università di Catania che coinvolga gli organi superiori e accerti le eventuali responsabilità dell’amministrazione e dello stesso Rettore nell’utilizzo dei dati privati degli studenti e del personale dell’Ateneo.

 

    1. Che si impegnino, dotandosi degli strumenti adeguati, a garantire d’ora in poi la sicurezza e la segretezza dei dati personali degli studenti e del personale dell’Università di Catania.

 

 

Insomma, una diatriba che non sembra cessare in breve tempo e che, giustamente, i singoli studenti vogliono portare avanti per far rispettare le leggi sulla privacy e sul trattamento dei dati personali forniti al momento dell’iscrizione annuale all’ateneo catanese. La storia non finisce qui…